lunedì 3 giugno 2013

ANGELO E IL SUO LAGHETTO




 
                                               

                                               

                                               

                                               

                                               
                                               


 Se non hai mai parlato con Angelo,mi dispiace, ma non sai un cazzo di laghetti. 
L'ho incontrato per caso in sella alla sua mountainbike fluo piena di fango, mentre faceva battute omofobe involontarie a un gruppo di lesbiche ambientaliste e non ho potuto fare a meno di volergli bene. 
Lui Conosce tutti i segreti delle carpe giganti, delle oche e dei germani, perché vive all'interno di un parco naturale e passa il tempo a coltivare grano e distribuire baguette rinsecchite alla fauna della zona. 
Per la verità sembra che il suo più grande divertimento sia uccidere le nutrie che distruggono le sponde del laghetto; dice che per legge andrebbero soffocate con il cloroformio ma lui preferisce sparargli con la carabina o lasciarle seccare al sole incastrate nelle gabbie perché "quelle sono perfide!"; una volta il suo cane è entrato in una tana ed è uscito senza un occhio, sembra che da allora Angelo non abbia pietà e nemmeno il suo amico, il cui cane si è incastrato in un'altra tana e sono riusciti a tirarlo fuori tempo dopo "Tutto pieno di sangue poverino".
 Angelo è sposato da 38 anni con una donna molto più giovane di lui, me l'ha detto pieno di orgoglio negli occhi, ma poi ha finito la frase paragonando il matrimonio all' ergastolo, quindi non ho ben capito se è felice o meno, quello che so è che ogni sabato sera va a ballare il liscio da solo in un posto chiamato Amadeus "che tanto lì è pieno di donne". 
Abbiamo parlato anche della morte, un argomento che, ho notato, spesso gli anziani affrontano quasi con piacere: mi ha raccontato che il suo amico credeva che una volta morto sarebbe ritornato al laghetto per giocare a carte con lui come sempre, ma che dopo la sua morte nessuno l'ha più visto, dunque da lì non si torna mai indietro; questa per Angelo è l'unica certezza.
Devo ammettere che lo invidio un po': se ne sta lì tranquillo e soddisfatto a sparare alle nutrie con il sorriso e con il suo cane senza occhio, mentre io mi incazzo anche quando non so dove andare a fare l'aperitivo, forse da oggi ho un posto in cui riflettere quando mi sento così.
Lunga vita a Angelo